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AGROPONTINO, ANCORA CAPORALATO: COINVOLTI 96 LAVORATORI E DUE LE MISURE CAUTELARI


I giornali di oggi ci consegnano l'ennesima notizia di sfruttamento e caporalato nelle campagne dell' Agropontino.
La continua e incessante attività, questa volta degli agenti della Guardia di finanza di Latina, coordinati dalla Procura della Repubblica di Latina con il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, ha portato all'emissione di due misure cautelari nei confronti dei titolari di un'azienda florovivaistica.
Dalle prime notizie” - dichiara il Segretario Generale della FLAI CGIL Frosinone Latina Stefano Morea- “apprendiamo che l’operazione di polizia ha permesso di accertare come l’impresa abbia impiegato nel lavoro agricolo, nel corso degli ultimi due anni, complessivamente 96 lavoratori non in regola. Le condizioni di lavoro ed i metodi di sorveglianza pressanti e degradanti, attuati dagli indagati, sarebbero stati tali da generare nei lavoratori stranieri, costantemente provati da un profondo stato di bisogno e dalla necessità – spesso - di mantenere economicamente le famiglie d’origine, un totale assoggettamento psicologico al datore di lavoro”.

Se da un lato va il plauso alle forze dell'ordine” - continua il Segretario Generale Morea - “la notizia ci riempie di sgomento pensando che un altro centinaio di lavoratori di questa provincia abbia conosciuto la piaga del caporalato, trattati come merce e non come persone, costretti da una condizione d'estrema fragilità e assoggettamento psicologico al datore di lavoro".
Ribadiamo la necessità” - aggiunge il Segretario comprensoriale della FLAI - “di dare gambe alla sezione territoriale della rete del lavoro agricolo di qualità, anche per prevenire episodi come questo e di far sì che ci sia la piena applicazione delle L. 199/16”.

L'agricoltura di questo territorio ha la necessità di modificare la narrazione, di invertire la tendenza, e per farlo non si può che ripartire dal riconoscimento della dignità del lavoro, maggiori tutele e diritti per i lavoratori agricoli”. 

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